Lou Andreas Salomé è ricordata certamente per la cerchia delle sue amicizie e dei suoi amori, tra i quali spiccano i nomi di alcuni tra i massimi protagonisti della cultura. Ma dall'amicizia con Nietzche al legame amoroso con Rilke, fino all'esperienza scientifica con Freud, la vita di questa donna straordinaria non si confuse mai con il cliché consueto della collezionatrice di uomini famosi.
Nata a Pietroburgo nel 1861, Lou vive per breve tempo a Zurigo e poi a Roma, dove viene presentata a Nietzsche. Nel 1887 sposa uno studioso di lingue mediorientali, Friedrich Carl Andreas. È una donna dotata di una straordinaria comprensione intellettuale e affettiva. Quando nel 1911 Lou conosce Freud, il fondatore della psicanalisi si è ormai imposto con le sue idee innovatrici. La dottrina freudiana dona a Lou gli strumenti per interpretare razionalmente le diverse fasi del suo comportamento, nell’intrigo dei rapporti amorosi di cui era stata protagonista. La dimestichezza di questa intellettuale irrequieta con Freud getta una luce chiarificatrice sull’esistenza di questa donna che, dall’amicizia filosofica con Nietzsche al legame amoroso con Rilke fino all’esperienza scientifica con Freud, non si confuse mai con il cliché consueto della collazionatrice di nomi famosi. Al contrario, oggi appare chiaro come il senso della vita di Lou lo si trovi proprio nella liberazione femminile e nella psicoanalisi.
La giovinezza di Lou è una sequenza di passioni violente e bloccate, di spregiudicatezze audaci e intimamente frenate, di infrazioni clamorose che tuttavia non oltrepassano mai le barriere della ritrosia amorosa: è la storia dei suoi rapporti con Gillot, con Ree, con Nietzsche e col marito. Per tutta la vita Lou mantenne l’intreccio indissolubile di passione erotica e passione intellettuale, di irruenza sentimentale e fervore culturale. Viaggiava per tutta l’Europa identificando le amicizie con la conoscenza dei protagonisti della storia e della cultura internazionale e con l’esperienza diretta dei più rivoluzionari fermenti sociali. Lucida osservatrice dei movimenti d’avanguardia, Lou scrisse romanzi, tra i quali: Da un’anima straniera (1896), Fenitschka (1898), I figli degli uomini (1899), Nella terra di mezzo (1902) e un geniale saggio su Ibsen, che illuminava a fondo i problemi e le contraddizioni della liberazione femminile (1892).
Il suo grande amore con Rilke fu sentito da Lou come una sorta di unione cosmica di sposi, amanti e fratelli. L’eros era per lei un’esperienza totale e l’incontro con Freud fu un colpo di fulmine spirituale, la scoperta di ciò che lei aveva intuito e vissuto da sempre, la scoperta dell’inconscio e del suo ruolo nell’esistenza umana.
A Vienna il suo slancio e la sua passione si tradussero in saggi psicoanalitici e in un lavoro clinico che, soprattutto durante e dopo la guerra, si fece massacrante ma ricco di risultati. Lou si occupò anche dei rapporti fra sessualità, estetica e religione, giungendo a osservazioni acute e originali sulla poesia, non offuscate da alcun determinismo socio-psicologico.
Questo fondamentale volume racconta la straordinaria vita di Lou dalla sua nascita in Russia alla sua morte in Germania; durante il nazismo Lou fu considerata “nemica dello Stato” in quanto sostenitrice della psicoanalisi, “scienza giudaica”. Pochi giorni dopo la sua morte, nel 1937, la Gestapo fece irruzione nella sua abitazione e trafugò i suoi libri, scritti e documenti per nasconderli in un seminterrato di Gottingen. Più di 25 anni dopo, Heinz Peters riuscì a recuperarli e poté iniziare a scrivere questa affascinante biografia.
Un eccezionale personaggio che il film di Liliana Cavani Al di là del bene e del male ha portato a conoscenza di un pubblico vastissimo.
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