Odoya attraversa misteriosamente diverse culture che non hanno, in apparenza, nulla in comune tra loro, compare e scompare nel corso della storia senza essere mai determinato da un significato preciso, è un'invocazione, un saluto, un nome proprio, un'espressione fonetica, è divinità ed elemento naturale...
Odoya è il nome del nostro logo, un uccello che spiega le sue ali mentre nasce dalle acque.
Odoya è il nome del fiume Niger per gli Yoruba che abitano lungo le sue sponde, il fiume creato dalla divinità Oya, signora dei venti e delle acque, dispensatrice di vita e garante del suo rinnovarsi.
Odoya è il grido con cui si invoca Yemanjà, la bella dea madre del mare nel culto afro-brasiliano del Candomblè, un rito che giunge dallo Yoruba o dal Dahomey e i cui seguaci, cantando e ballando, gettano fiori e liquori come offerte al mare.
Odoya è un canto di lavoro della Georgia.
Odoya è la prima registrazione dell'album "Kohuept, live in Leningrad" del 1987 di Billy Joel registrata presso Djvari Monastary in Tibilisi, Georgia
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